La ricerca scientifica in Sicilia arranca, e la nostra Isola si guadagna l’ennesima maglia nera. L’Università di Messina si colloca infatti all’ultimo posto della classifica nazionale per la qualità della ricerca (-33,0) preceduta da Bari (-31%), ed unaltro ateneo siciliano, quello di Catania (-30,3%).
Sono i risultati della valutazione della qualità della ricerca in Italia nel periodo 2004-2010, condotta da Anvur e presentata oggi a Roma.
La rilevazione, che ha impegnato 450 esperti, ha coinvolto 133 strutture su tutto il territorio nazionale, tra le quali 95 università, 12 enti di ricerca vigilati dal Miur e 26 volontari. Sono stati presi in esame 184.878 prodotti di ricerca tra articoli, monografie, saggi, atti di convegni, brevetti e altri materiali.
Tra le grandi università italiane, medaglia d’oro a Padova – prima in classifica in ben 7 aree scientifiche tra le 14 prese in considerazione – seguita da Milano Bicocca, Verona, Bologna e Pavia.
Tra le università di dimensioni medie, primato a quella di Trento per sei aree scientifiche. Scorrendo la classifica troviamo Bolzano, Ferrara, Milano S.Raffaele, Università del Piemonte orientale e Cà Foscari di Venezia.
Tra le piccole università, in testa alla graduatoria c’è quella di Pisa S.Anna, a seguirla la Normale, ancora a Pisa, un risultato che inorgoglisce la città Toscana. E poi ancora, la Luiss di Roma, la Sissa di Trieste e il Campus Biomedico di Roma.
Un’amara sorpresa è rappresentata dall’assenza nella classifica degli enti di ricerca del Cnr. Al primo posto invece, l’Istituto nazionale di geofisica e Vulcanologia. Subito dopo, l’Istituto nazionale di Fisica nucleare, l’Istituto italiano di Tecnologia e l’Irccs.
“Gli enti di ricerca – ha detto il ministro Maria Chiara Carrozza, commentando la deludente performance del Cnr – non fanno solo ricerca e in alcuni casi fanno anche attività di servizio”.
ve.fe