Non è la prima volta che accade, era già successo per le sindacature di Giuseppe Buzzanca e Francantonio Genovese, entrambi decaduti in seguito a ricorsi presentati dai cittadini. Adesso tocca a Renato Accorinti, il neo sindaco di Messina, vincitore al ballottaggio contro Felice Calabrò, ricevere un ricorso al Tar contro la sua vittoria. Anzì due ricorsi per l’esattezza.
Il primo ricorso è stato presentato da tre candidati, non eletti, del centrosinistra messinese Alessia Currò dei Progressisti Democratici, Giovanni Cocivera del Pd e Giovanna Venuti della lista Felice per Messina i quali hanno presentato ricorso contro l’operato dell’Ufficio centrale che non ha ancora acquisito i verbali di scrutinio, come invece avrebbe dovuto fare secondo la tesi dei ricorrenti.
Il secondo ricorso è stato invece presentato da Giovanni Carbone, candidato non eletto dei Democratici Riformisti alla terza circoscrizione della città di Messina, che ricorre contro la Commissione elettorale, il Comune di Messina, la Terza circoscrizione, il segretario generale e l’ufficio elettorale.
Se il Tar di Catania dovesse pronunciarsi a favore dei ricorrenti, Felice Calabrò sarebbe il nuovo sindaco di Messina. Il ricorso infatti chiede il riconteggio di tutti i voti del primo turno, per verificare l’effettiva sconfitta di Calabrò per una manciata di preferenze (Accorinti riuscì a raggiungere il ballottaggio per una cinquantina di voti). Ma lo stesso Calabrò ha confermato, fin dall’inizio la sua sconfitta al primo turno, annunciando che “per rispetto” dei cittadini e per non mettere nuovamente la città in mano ad un commissario, non avrebbe presentato ricorso.
I giudici amministrativi dovranno pronunciarsi entro 10 mesi. In tutto questo continua la corsa contro il tempo della giunta Accorinti per salvare la città dal rischio default. Il vicesindaco Guido Signorino, assessore al bilancio e allo sviluppo economico, ha incontrato a a Roma, il sottosegretario al Ministero degli Interni Gianpiero Bocci, per verificare il percorso dell’interpretazione normativa relativa alla “relazione di inizio mandato” dell’Amministrazione Accorinti, che include la possibilità di realizzare la rimodulazione del piano di riequilibrio finanziario.