Successo con polemiche sabato al Teatro Antico di Taormina durante il “Bellini Verdi Wagner Gala” penultima tappa della quinta edizione del Festival Belliniano, fondato e diretto con crescente successo da Enrico Castiglione.
Eccellente l’interpretazione dei protagonisti: il soprano Chiara Taigi e il tenore Piero Giuliacci, che insieme ai baritoni Valdis Jansons, Salvatore Grigoli e Giovanni Di Mare, ai mezzosoprano Lara Rotili e Sofie Kobderidze e al basso Emanuele Cordaro, hanno cantato le arie e le sinfonie delle opere più celebri opere di Bellini, di Verdi e Wagner, i due compositori di cui quest’anno si celebra il bicentenario della nascita.
Qualche fischio e urla non sono mancati dalla gradinata, e non per la rappresentazione, l’orchestra o l’organizzazione, bensì perché dall’esterno del Teatro provenivano musica e rumori che non consentivano agli artisti e musicisti di esprimersi con serenità, e al pubblico di apprezzarne la qualità.
Questo avvenimento increscioso, conferma ancora una volta, che ancor oggi non si comprende che la musica classica è sacrificio, e si preferiscono artisti che riempiono stadi e teatri, ma che spesso sono solo facilitati da un’ottima organizzazione commerciale ma che di cultura ha ben poco.
“Si parla tanto di fondi dedicati alla cultura, ma il Por della CE 2014 – 2020 ha previsto in tutta Europa fondi zero – ha espresso, interrompendo la serata, il giovane direttore d’orchestra Francesco Di Mauro – dovremmo evitare critiche, quando c’è una persona, come accade qui, che scommette e ci crede senza usufruire di sovvenzioni e contributi pubblici. Dovremmo percorrere un gioco di squadra costruttivo per la cultura. Io sono siciliano e amo la mia terra, così come l’amava Wagner, il cui paese, la Germania, è l’unico di tutta Europa a non aver votato il patto di stabilità e in cui possono spendere per arte e cultura senza limiti. La nostra razza è in via di estensione, e potremmo dire che muovendo troppo la culla, la cultura in Italia si è addormentata”.
Dopo questo sfogo, l’evento è proseguito con ironia e rilassatezza, grazie anche a Chiara Taigi, che pochi sanno essere molto religiosa, e che con la sua Casta diva, si è unita simbolicamente al momento di preghiera che si svolgeva contemporaneamente a Roma in piazza San Pietro, dove erano riunite migliaia di persone di differenti etnie e religioni, per dire insieme no alla guerra.
Stasera, il celebre violinista Shlomo Minzt e la Turkish Youth Philharmonic concluderà la sezione taorminese con il Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 61 di Beethoven, poi il Festival Belliniano continuerà a Catania sino al 3 novembre.
Foto di Domenick Gilberto