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Il Nobel Dario Fo è San Francesco al teatro antico di Taormina

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“Bisogna essere attori per apprezzare una tale visuale, grandezza e bellezza”.

Così ha esordito Dario Fo con il suo “Lu Santo Jullàre Francesco”, dal palco del Teatro Antico di Taormina, unica data di settembre e spettacolo inserito all’interno del cartellone del Festival Belliniano, creato sei anni fa da Enrico Castiglione.

L’attore premio Nobel, ha sottolineato come sia il meraviglioso Teatro Antico, sia a livello architettonico che di panorama, ma soprattutto come ci sia la possibilità da parte dell’artista, di avere davanti ai propri occhi l’intera visuale degli spettatori, in uno scambio reciproco di emozioni e azioni.

Presente metaforicamente anche Lei, Franca Rame, attraverso la sciarpa rosa che l’attore indossa sempre e che nei suoi spettacoli usa per asciugare il proprio sudore prodotto dalla verve che esprime nella recitazione. La leggera pashmina dell’amata moglie, lo accarezza come se a farlo ci fosse ancora lei.

Risale a 15 anni fa la prima versione de “Lu Santo Jullàre Francesco”, oggi rivisitato e con riferimenti a Papa Bergoglio, che è secondo Fo, un gesuita innovatore.

Fo afferma che chi definisce questo Papa “solo un bravo adulatore, con ottime capacità di marketing, è gente che non comprende nulla. Questo Papa già nel suo nome, Francesco, esprime innovazione e coraggio. Amo molto San Francesco, che troppo spesso viene descritto non in modo reale, rispetto a ciò che egli era, il giullare di Dio che compiva ciò che di più grande può esserci nella società: la carità verso l’altro”.

Fo ha espresso tutta la sua grande capacità di recitazione e confermato che un attore, seppur anziano, solo con la tecnica e l’esercizio, può regolare voce ed emozione a qualsiasi età. Infatti, sul palco ha preso fiato, fra una battuta, un ululato e canto,  solo per sorseggiare la pozione di chinotto e propoli, da lui creata per migliorare la voce.

Ha sottolineato durante la pausa, il fastidio provocato dai flash dei cellulari, ma mai ha avuto un cedimento. “Recitare davanti al pubblico anche per chi lo fa da anni e anni come me, è sempre una responsabilità per se e per chi ti ascolta, vi prego di trovare il momento giusto per scattare, come ad esempio in un momento di pausa”, ha affermato con un sorriso l’attore.

Unica nota stonata, per molti, la presenza sul palco, a fine dello spettacolo, di Renato Arcorinti, sindaco di Messina. I due sono molto amici e hanno comunicato l’iniziativa del comune dello stretto di aprire una biblioteca pubblica, oggi inesistente, grazie a donazioni in denaro o di libri.

“E’ un grande attore, e nel suo mestiere è uno dei migliori. Ma deve continuare a fare questo e il letterato” hanno vociferato in molti all’uscita del Teatro.

Lo spettacolo è un ulteriore successo per Enrico Castiglione, che proprio da pochi giorni ha trovato sinergia con il Comune di Catania e il Teatro Massimo della stessa città, in nome di Vincenzo Bellini, compositore invidiato in tutto il mondo. I prossimi spettacoli che concluderanno la sezione taorminese del Festival Belliniano saranno Magnificat il 9 settembre, spettacolo con attori disabili che per la prima volta si esibiscono al Teatro Antico, e il Marcello Giordani Galà del 10 settembre, in cui sarà proclamato il vincitore dell’omonimo Concorso Internazionale di Canto giunto alla IV edizione e in cui si esibiranno tutti finalisti.


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