Addio a 52 comuni siciliani. Saranno accorpati, trasformandosi in municipalità, e nasceranno tre aree metropolitane di Palermo, Messina e Catania, che oltre alle attuali competenze dei Comuni si occuperanno anche di settori oggi di competenza della Regione, come gestione dei rifiuti, beni culturali, fondi europei ed edilizia popolare.
Il governo Crocetta, con l’assessore alla Funzione pubblica, Patrizia Valenti, ha approvato un disegno di legge che è stato già inviato all’Ars. Secondo la bozza, a Palermo saranno accorpati venti Comuni, da Bagheria a Terrasini, passando tra gli altri per Altavilla Milicia, Bolognetta, Marineo, Cefalà Diana, Villafrati, Altofonte, Isole delle Femmine, Capaci, Torretta, Cinisi, Carini, Ficarazzi, Ustica, Monreale, Misilmeri, Santa Flavia, Santa Cristina Gela, Villafrati, Trabia, Casteldaccia, Belmonte Mezzagno.
A Catania saranno accorpati invece diciannove Comuni, da Aci Castello Nicolosi e Pedara, passando tra gli altri per Mascalucia, Belpasso, Misterbianco, Motta Sant’Anastasia, Tracastagni, San Giovanni La Punta, Nicolosi, Gravina di Catania.
Tredici invece i Comuni che entreranno nell’orbita di Messina, all’interno di un territorio che va da Fiumedinisi a Villafranca Tirrena, Rometta, Roccalumera, Saponara.
Il disegno di legge prevede anche la costituzione di mini governatori in queste tre aree, che si occuperanno anche di settori come la programmazione dei fondi europei 2014-2020, la pianificazione territoriale e urbanistica, iniziative di sviluppo economico, acqua, rifiuti e beni culturali.
Nei piccoli Comuni inglobati nelle città metropolitane scompariranno i consigli comunali, e i cittadini eleggeranno il sindaco e il consiglio della città metropolitana, ma anche il presidente della municipalità.